"Biondo era e bello" di Mario Tobino - Alice Colavito
Alice Colavito
3 F
ARTICOLO SUL LIBRO: "BIONDO ERA
E BELLO"
AUTORE: MARIO TOBINO
L'autore,
medico psicologo vissuto nei primi del Novecento, presenta una biografia di
Dante analizzando non solo lo scrittore come uomo, ma soprattutto come
politico, inserito pienamente nelle vicende e nelle lotte avvenute tra Guelfi e
Ghibellini, ovvero le due fazioni che si contendevano il governo di Firenze nel
1300.
Tobino, per
raccontare Dante, assume un punto di vista esterno e si trasforma in un
"cantastorie", convinto che la creazione della Divina Commedia sia il
risultato dell'esperienze vissute da Dante durante la sua vita.
È per questo
che "Biondo era e bello" non vuole essere una biografia nè un romanzo,
ma vuole presentare Dante come uomo del popolo.
"BIONDO ERA E BELLO":
Dante nasce
a Firenze nel 1265, da padre usuraio, che mai si prenderà cura del figlio.
La madre
muore che lui è bambino, l'unico profondo affetto fu per la sorella maggiore
che gli sarà sempre vicina, a sostituire la madre.
Sin da
piccolo amava scrivere e dilettarsi in poesie.
il suo
obiettivo principale fu quello di diffondere in Firenze non il latino, ma il
"volgare" ovvero la lingua parlata nelle strade della città e che
questa fosse diffusa in tutta Italia.
Questa
scoperta del volgare, attraverso la quale, secondo Dante, si poteva esprimere
tutto perché più musicale del latino, costrinse il poeta a impadronirsi di ogni
notizia del proprio tempo e affrontare tutte le tematiche vicino al cuore
dell'uomo (la teologia, la musica, il disegno, l'arte...).
Il primo
libro pubblicato da Dante, ansioso di farsi conoscere, fu "La vita
nova", dove si alternano prose e poesie e si racconta l'innamoramento e si
celebra la grazia di Beatrice.
Dante è un
conversatore inesauribile, discute di tutto ed è grande conoscitore di ogni
materia.
Per questo
motivo Dante viene spesso invitato nelle feste, nelle corti e nelle casi più
importanti di Firenze.
Frequenta
Forese Donati, Cavalcanti, Papa Bonifacio XII, Filippo il Bello re di Francia,il
Conte Ugolino...
Diventa ben
presto ambasciatore di Firenze e prende parte in prima persona alla guerra tra
i Guelfi e i Ghibellini.
Era ammirato
per l'ingegno, amato per i suoi canti e temuto per la sua eloquenza.
Il suo
principale sogno rimase per tutta la vita quello di fare del volgare una lingua
"capace di confessare ogni moto dell'anima, togliere dal popolo i vocaboli
giusti".
Il suo sogno
politico, invece, fu sempre quello di un Comune libero, distinto dagli affari
della Chiesa.
A trent'anni
viene condannato all'esilio e verrà ospitato a Ravenna da Guido Novello.
Piano piano
tutta questa sua passione per la vita, per le donne e per la politica, sfociano
nei versi di quella che diventerà la "Divina Commedia".
Tobino
dimostra, in alcuni punti del libro, dove vengono inseriti all'interno della
Commedia i personaggi da lui incontrati durante la vita e il perché, secondo
Dante, lui li colloca all'Inferno, al Purgatorio o al Paradiso.
Questo libro
ci mostra quindi non solo un Dante poeta, ma anche un Dante appassionato di
tutto ciò che riguarda la vita sia dal punto di vista degli affetti, che della
passione per la sua città natale.
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