Lancillotto - Alice Croce

Nel romanzo di Chrètien de Troyes, vi è come protagonista Lancillotto, che parte alla ricerca della regina Ginevra, la moglie del re Artù. La regina era stata rapita da Meleagnat, figlio del Re di Gorre, il regno dal quale non si torna più indietro. In questo regno, infatti, tutti coloro che avessero deciso di entrare, si sarebbero dovuti rassegnare a permanerci per sempre. Lancillotto invece si oppone, spinto dalla sua missione e diventa la voce di rivolta per tutti i predestinati a quella gabbia. L’eroe, dopo una serie di prove come la salita sulla carretta e il ponte della spada, si batte con Meleagnat e libera la regina e i prigionieri. Sarà proprio con lei che Lancillotto passerà una notte d’amore. Definisco l’amore tra Lancillotto e Ginevra come un amore platonico, consapevolmente impossibile. Lancillotto infatti non avrebbe mai potuto innamorarsi della moglie del suo devoto re. L’antagonista di questa storia è sicuramente Meleagnat, che non volendo accettare la superiorità di Lancillotto, lo imprigiona in una torre isolata in modo tale che nessuno potesse più trovarlo. Nel frattempo, alla corte del re Artù, viene organizzato un torneo. E cosí Lancillotto, desideroso di vedere per l’ultima volta la regina, chiede che gli venga concesso di parteciparvi. Il cavaliere riesce così a parteciparvi in maniera anonima. Egli subito si batte gloriosamente e la regina, vedendolo battersi, riconosce subito il suo amante. Ginevra chiede allora a una sua servitrice di avvicinarsi al combattente e di dirgli di combattere “al peggio”. Ed è quando il combattente inizia a battersi nei peggiori dei modi, che ella capisce che costui è proprio il suo devoto Lancillotto. Quasi alla fine del torneo, la servitrice viene mandata nuovamente a chiedere al combattente di battersi però “alla meglio”. Lancillotto vince così trionfante il torneo. Vinto il torneo, ritornerà nella torre dove verrà liberato da una donzella incontrata durante il suo cammino, a cui si prometterà completamente. Dopo essere stato liberato dalla donzella, a cui prometterà particolarmente il suo amore, tornerà nella corte di Artù per battersi nuovamente con Meleagnat. Il racconto finisce con l’uccisione di Meleagnat. Speravo in un finale in cui comparisse Ginevra e in cui i due si potessero rivedere. L’amore tra i due non viene più menzionato. L’affetto tra i due sarà una cosa che rimarrà tra di loro, custodito come un segreto inconfessabile. La storia in generale mi ha abbastanza appassionata, e in particolare il personaggio di Lancillotto: un personaggio leale che ritengo rappresenti il vero esempio di eroe senza paura. Ritengo la regina Ginevra una protagonista ambigua, di cui ho ben capito le emozioni ma non le sue vere intenzioni. Ho percepito sicuramente codardia, paragonando questa storia d’amore a un altro amore celebre come quello di Romeo e Giulietta, in cui i due, nonostante anche il loro fosse un amore impossibile, sono andati contro le loro stesse famiglie pur di viversi. In questo romanzo invece il “limite” non viene superato, e i due si rassegnano alla loro divisione.

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