La profezia perduta” di Dante di Francesco Fioretti - Alessandro Patruno

Alessandro Patruno 3 F
LA PROFEZIA PERDUTA di Dante di Francesco Fioretti
“La profezia perduta” di Dante, può essere definito sia un romanzo storico che un romanzo giallo in quanto descrive la vita di Dante Alighieri intorno ai suoi 18 anni di età, il contesto storico in cui vive, usi e costumi dell' epoca ma racconta anche di un fatto storico realmente accaduto: l' assassinio dei cognati ed amanti Paolo e Francesca a cui Dante troverà una soluzione, mettendo insieme gli indizi ma anche con un pizzico di fortuna che inaspettatamente lo ha messo davanti alla realtà dei fatti.
La trama: Dante ha 18 anni ed è fiorentino, come avveniva all' epoca, il suo matrimonio era stato organizzato dalle famiglie e lui avrebbe dovuto sposare Gemma Donati, giovane donna di cui sapeva poco e per la quale non provava alcun sentimento. Dante invece era segretamente innamorato della giovane e nobile Beatrice, ragazza bellissima e colta con la quale condivideva la passione per le poesie d' amore. Però anche Beatrice era stata destinata in sposa ad un altro uomo e anche se tra loro ci fu qualche sguardo e scambio di parole, anche se condivisero alcune poesie, la loro relazione rimase platonica. Dante quando vede Beatrice prova emozioni intense, qualche volta si sente addirittura male ma la sua vita prosegue tra i suoi lavori, una relazione clandestina con Donna Viola per la quale prova comunque attrazione e affetto nonostante sposerà Gemma dalla quale avrà anche dei figli e con l' amico Guido Cavalcanti. Fu proprio lui ad invitare Dante a seguirlo a Bologna per approfondire i loro studi di filosofia , fu cosi che furono informati da Malatesta di Verrucchio, Signore di Rimini, della morte di suo figlio Paolo, caro amico di Guido e della nuora Francesca. Dalla posizione un cui sono stati trovato i corpi, abbracciati nella camera da letto di Paolo era facile capire che fossero amanti quindi il primo sospetto ricade su Gianciotto, fratello di Paolo e marito di Francesca. Oltre al delitto d' onore si apre però anche la pista politica, c'erano guerre e battaglie per contendersi i territori ma anche guerre più sottili legate agli interessi economici dei banchieri fiorentini sempre più potenti. Guido e Dante si confrontarono e nonostante tutto il dolore di Gianciotto gli parve sincero, si orientarono quindi sull' omicidio politico ma non avevano elementi concreti per accusare nessuno. Fu per caso, al termine dell' ennesima battaglia tra guelfi e ghibellini che Dante venne innanzi tutto a sapere della morte per parto della sua amata Beatrice e
successivamente che Guido da Polenta, padre di Francesca era diventato podestà di Firenze. Decise di fare un ultimo tentativo per chiarire il mistero della morte dei due giovani e gli chiese udienza. Si presentò come poeta che voleva scrivere del dramma di Francesca. Guido dopo un primo momento di diffidenza gli raccontò di Francesca ma soprattutto, completamente ignaro svelò a Dante il mistero della sua morte. Prima che Dante si congedasse, Guido decise di fargli un regalo: gli consegnò alcuni fogli di una poesia che trovò sotto il letto fi Francesca,  quando si recò in visita al genero Gianciotto a Gradara, il giorno in cui seppe della morte della figlia. Dante li prese e si accorse che erano le pagine del “ Risala fil-ishq” di Avicenna. Erano le due carte mancanti del manoscritto che tempo i dietro Guido Cavalcanti ricevette da Paolo e mostrò a Dante senza comprendere il perché. Ora era tutto chiaro: le aveva strappate dal libro Paolo, quando era capitano del popolo a Firenze, per regalarle a Francesca. Dante si accorse che le pagine erano sporche di sangue ma non per colpa della misteriosa malattia polmonare con cui Malatesta voleva giustificare la morte della nuora ma perché Francesca era stata uccisa li, a Gradara, insieme a Paolo e non a Rimini dove furono trovati.
Paolo e Francesca non furono però uccisi da Gianciotto che in quel periodo era assente dal castello ma incredibilmente proprio dal padre di lui Malatesta da Verrucchio. Malatesta voleva stringere un' alleanza con Faenza facendo sposare suo figlio Gianciotto la figlia del capo Guelfo Tebaldello Zambrasi. Quindi suo figlio doveva rimanere vedovo. Quando trovò Francesca tra le braccia di Paolo non esitò ad ucciderli entrambi per perseguire il suo scopo. Dante, tempo dopo raccontò della loro vicenda proprio nell' Inferno della sua Divina Commedia. Li colloco' li perché nonostante l' immensa pietà umana che provava per loro, secondo le convinzioni dell' epoca il tradimento coniugale era imperdonabile. Anche lui aveva vissuto lo stesso struggente senso di colpa per Beatrice ma il fatto che il loro amore rimase platonico e la sia prematura scomparsa gli permise di mantenerne pura l' immagine e di collocarla in paradiso.

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