“Il vino e la carne” di Ariel Toaff - Arianna De Venuto

Quest’anno durante le vacanze estive, ho iniziato a documentarmi sul medioevo, un’epoca storica che mi appassiona molto per questo, grazie all’aiuto di mia sorella maggiore ho scelto di leggere “Il vino e la carne” di Ariel Toaff, è un libro molto affascinante che presenta la popolazione ebraica nel medioevo.
Il libro è suddiviso in undici capitoli e tratta i vari aspetti della vita quotidiana degli ebrei (il matrimonio, la sinagoga, il consumo del vino e della carne ecc) a quel tempo, oltre alle enormi differenze culturali tra gli ebrei e i cristiani la parte che più mi ha colpita del libro riguarda il capitolo dei marginali.
Gli ebrei presentavano diversi livelli di marginalità, quello della collettività ebraica, come minoranza religiosa e per questo venivano emarginati dai cristiani, quello degli esclusi e degli emarginati all’interno del gruppo ebraico; ed infine quello dei marginali, messi al bando dalla società per i loro comportamenti devianti, indipendentemente dal fatto che si trattasse di ebrei.
L’aspetto che più mi ha incuriosita è legato al fatto che nonostante gli ebrei fossero già una minoranza all’interno della società cristiana e per questo esclusi, avessero anche degli esclusi all’interno dello stesso gruppo.
I cristiani nei confronti degli ebrei non erano molto cordiali. All’interno del libro, che si basa su fatti realmente accaduti vengono descritte alcune discriminazioni che purtroppo nel corso della storia si sono ripresentate in forme più gravi.
 Gli uomini avevano l’obbligo di indossare una rotella di panno giallo, che andava applicata sulla parte sinistra dell’abito, sopra la cintura, e le donne dovevano indossare degli orecchini a forma di anello. Le vedove, esentate dall’obbligo degli orecchini dovevano coprirsi con la mantellina purchè non fosse nera o verde scura (altrimenti le avrebbero scambiate per monache). Ogni ebreo era tenuto a portare il segno sul petto in luogo evidente e non nascosto.
“Gli ebrei differiscono dai cristiani nella legge, nei costumi e nel vitto ed è quindi giusto che si distinguano da essi anche per gli abiti, per mezzo di un segno esteriore.” Questa era la legge a quell’epoca.

Generalmente queste norme sull’obbligo del segno erano approvate e bandite dai comuni nel periodo successivo alla settimana di Pasqua.
In questo periodo la presenza degli ebrei nelle città costituiva insulti feroci. Gli ebrei stavano chiusi in casa poiché i cristiani tiravano le sassate contro le loro abitazioni.
Nel 400, insieme all’obbligo del segno distintivo, veniva presentata la norma della reclusione degli ebrei nelle loro abitazioni. Agli ebrei era proibito uscire di casa se non per motivi di assoluta necessità.
Questi episodi che ho voluto riportare mi han ricordato l’inizio del periodo dell’olocausto, queste discriminazioni mi hanno colpita molto, io credo che ognuno di noi dovrebbe conoscere la storia per capire quello che c’è stato di sbagliato e non commettere più gli stessi errori. Credo che sia utile conoscere la storia anche per capire come viveva la gente a quel tempo, l’importanza della chiesa e della religione che imponevano oltre che le leggi, anche come dovevano comportarsi le persone, tutto dipendeva dalla chiesa, si viveva nella paura di sbagliare e la maggior parte delle persone era davvero devota al signore.
Questo libro mi è piaciuto molto soprattutto perché si basa su fonti vere, e tratta degli aspetti di vita quotidiani delle persone, di solito nei libri di storia non vengono trattati cosi approfonditamente.
Arianna De Venuto 3^F

Commenti

Post popolari in questo blog

Stranieri come noi di Vittorio Zucconi - Alessandro Patruno

Lettura domestica n.1: "Il più grande uomo scimmia del Pleistocene" di Roy Lewis

Lettura domestica n. 2 "Mio fratello rincorre i dinosauri" di Giacomo Mazzariol