Come un romanzo di Daniel Pennac - Alessandro Patruno

ALESSANDRO PATRUNO 3F
“COME UN ROMANZO”
Di DANIEL PENNAC
Come un romanzo è un saggio che Daniel Pennac scrive nel 1992, con l' intento di andare ad indagare dove si perda l' amore per la lettura, nei ragazzi in particolare e più in generale negli adulti stessi.
Pennac da insegnante e pedagogista si rivolge a docenti e genitori facendo un’ analisi critica delle motivazioni che rendono così complesso il rapporto dei giovani con i libri, individuando prevalentemente due problematiche.
La prima, che però non tratta all' inizio del suo lavoro, riguarda il tempo sociale che i giovani vivono e di come questo li allontani dall' amore per la lettura. Ciò che si muove per i sistemi multi mediali, influenzati dal consumismo, cambia il loro modo di comunicare i contenuti. I libri e le storie che essi contengono, perdono il fascino del condividere saperi e scoperte. Ma in realtà questo elemento di analisi riporta ad un' aspetto più ampio del problema.
La causa del disinnamoramento dei giovani verso la lettura e' responsabilità proprio degli adulti che con le loro regole ed imposizione soffocano l' interesse per questa attività che non a caso Pennac assimila ai verbi amare e sognare sottolineando che mal sopportano gli imperativi categorici.
Ed è per questo che nella seconda parte del saggio individua e descrive dieci diritti imprescindibili del lettore che hanno un denominatore comune: la libertà di approcciarsi al libro secondo i propri modi e i propri tempi: "saltare le pagine...spizzicare..rileggere e non finire un libro" e secondo le proprie passioni: " il diritto di non leggere" se ciò che abbiamo davanti non ci conquista ma di sicuro, il più curioso è il " diritto di tacere" non a caso l' ultimo, descritto in un capitolo di neanche venti righe. Leggere è uno degli ultimi atti silenziosi che una persona fa tra se' e se' in cui l' essere umano, attraverso ciò che legge arricchisce il suo mondo interiore.

Il diritto di tacere significa trattenere ciò che si è provato nel proprio cuore senza restituirlo al mondo degli adulti attraverso quella banale domanda che spesso fanno: " che cosa hai capito".
Infatti solo se lasciati liberi i giovani possono trovare il proprio" tempo per leggere, come il tempo per amare" e quindi anche un " tempo per vivere" da lettore appassionato e non obbligato.

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