La Divina Commedia pocket - di Giulia Malvasio

Durante le vacanze ho avuto occasione di leggere il libro: “La Divina Commedia pocket” di Vilma Cerutti- Isora Paoletto. Il libro mi ha aiutato a conoscere, seppur in maniera riassuntiva, una delle opere letterarie più conosciute del mondo.

Cito testualmente dalla premessa: “L’idea di fondo di questo libro è quella di attivare l’apprendimento anche etico facendo leva sulla riflessione”. Dopo aver letto accuratamente il libro, mi sento di dire che l’obbiettivo è riuscito, la lettura mi ha condotto verso la riflessione sul personaggio di Dante, uno dei più grandi comunicatori veri della storia. Ho notato che all’interno del libro sono stati inseriti diversi pensieri ed emozioni dello scrittore che a parer mio hanno aiutato molto a superare il divario cronologico.

Come ben sappiamo il Sommo Poeta ha suddiviso la sua opera in tre momenti, che questo libro mi ha fatto conoscere come: il regno dell’olfatto, ovvero l’inferno, dove il grande naso di Dante pare creato appositamente per odorare il male ripugnante. Mentre nel purgatorio è acuto l’udito, qui si incontrano speranza e dolore che metaforicamente cantano. Infine, attraverso i cieli del paradiso a partire dall’incontro con la sua amata Beatrice, tutta la concentrazione si sposta verso i suoi occhi, e la luce accompagnata dagli incontri con le figure celestiali. Ma accanto a questi tre sensi spirituali vi è anche il tatto, dato che Virgilio  prende per mano Dante e gli fa strada.

Secondo me la vicinanza tra il Sommo Poeta e Virgilio crea meno tensione al lettore, poiché esso sa che dovunque Dante andrà egli sarà accanto a lui a suggerirgli e consigliargli.

Diversi episodi come ad esempio Paolo e Francesca, I morti di morte violenta,  L’incontro con Beatrice ed Il cielo della luna hanno suscitato in me diverse riflessioni riguardo la cattiveria degli inferi e la suddivisione dell’inferno e di quanto sia brutale. Inoltre, i gironi dell’ inferno sono talmente categorici che creano paura e angoscia al lettore.

Tutti gli episodi mi hanno portato a pensare a paragoni verso i nostri giorni riconducibili ad amori non corrisposti, fughe per amore, tradimenti, prostituzione, i ladri, gli ipocriti, gli avari e i prodighi; gli iracondi e gli accidiosi, i golosi, l’invidia… Che al giorno d’oggi non sarebbero mai trattabili con una punizione tanto crudele anche perché almeno una volta nella vita avremmo compiuto alcuni di questi errori.

Inoltre all’interno del libro vi sono diversi versi che mi hanno colpito particolarmente, uno di essi è senza dubbio la spiegazione di Virgilio riguardo gli ignavi: “ … Sono gli ignavi, quelli che nella vita non hanno saputo scegliere, in pratica non hanno vissuto veramente, perché scegliere vuol dire dare un senso alla propria esistenza”.

Dante non verrà mai dimenticato ed ancora oggi a distanza di 754 anni dalla sua nascita, egli è ancora il fulcro dell’ attenzione, dato che ultimamente si sta organizzando il trasferimento dei resti da Ravenna a Firenze.

In conclusione all’articolo devo riconoscere il potere del Sommo Poeta, poiché sono colpita dall’opera.

Malvasio Giulia  3^F

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