Dopo aver letto la storia di Samia Yusuf Omar, del suo dramma, dei suoi sogni e della sua tragica fine, ho scelto di approfondire ancora l’argomento leggendo: “Stranieri come noi” ,un sa ggio scritto dal giornalista Vittorio Zucconi, inviato speciale di molte testate giornalistiche che percorre in undici “cartoline”, storie umane che parlano di immigrazione, diversita’ e integrazione. Il tema dell’immigrazione sembra diventato attuale solo ora e lo si affronta spesso, solo come un problema, in realta’ e’ un fenomeno complesso che accompagna la storia dell’ uomo da sempre, infatti gli uomini si sono spostati dalle loro terre di origine in ogni epoca storica e per motivi diversi di natura economica, politica o per sfuggire alle guerre. Una volta arrivati nei paesi ospitanti spesso si deve fare i conti con i problemi dell’integrazione e della diversita’ culturale che possono avere esiti diversi, infatti alcuni riescono “a farcela” spinti dalla voglia di riscatto, e da qualche buona oppor...
Ho deciso di leggere questo libro, perché mi è capitato di seguire le paraolimpiadi di Rio nel 2016 e mi ha incuriosito il personaggio di Beatrice Vio. Ho iniziato a seguirla sui social e la sua storia diventava per me sempre più interessante. Quando ho scoperto che aveva pubblicato un libro , ho voluto subito comprarlo per approfondire e sapere sempre di più su questa ragazza. "Bebe" è nata il 4 marzo 1997 a Venezia, in una famiglia composta da due genitori, una sorella e un fratello. È sempre stata testarda, e la parola che più odia è "impossibile"; infatti ci narra che da piccola sosteneva di voler portare da sola una valigia di misura evidentemente molto maggiore alla sua, e sentendo l'esclamazione di un suo familiare "è impossibile" Bebe rispose:"io posso fare tutto quello che voglio fare". Questo episodio ci fa già intuire la sua personalità e la sua voglia di vivere la propria vita a pieno. Il suo sogno è sempre ...
Questo libro racconta la storia di un uomo che vuole arrivare al polo nord a piedi in compagnia di un cane. Prima della partenza Ambrogio, il protagonista della storia, si rivolge a un suo amico indiano di nome Bezal, proprietario di un canile per scegliere il cane che lo avrebbe accompagnato nella spedizione al polo. Bezal gliene presenta cinque. Ambrogio li guarda bene tutti, ma alla fine sceglie il quarto cane di nome Armaduk. Ambrogio lo scelse perché riteneva fosse quello più solo, più chiuso, insomma un cane che secondo Ambrogio ,aveva voglia di riscattarsi e di avere qualcuno al suo fianco compiendo qualcosa di straordinario. Armaduk era un cane che aveva sofferto molto in passato,e da un po’ di anni era rimasto in solitudine e aveva bisogno di avere una guida, un padrone che lo accudisse. I due iniziano questo lungo viaggio che durò circa 50 giorni e che li porta ad affrontare una serie di pericoli e il freddo polare che li tormenta dura...
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